SCF AFFIDA ALLA RIVISTA MUSICA E DISCHI LA REPLICA AD ASSODEEJAY, PERCHE'?
Caro Penna Rossa
Faccio fatica a comprendere in quale istituto ti abbiano insegnato a leggere l’Italiano, ( è risaputo che in molti di questi insegnano male ma un po’ ci si mette anche l’allievo ) ed è evidente l’intento strumentale che si vuole realizzare con un organo di tutto rispetto come la rivista Musica e Dischi, che a mio parere fa male ad assumere posizioni sbagliate, ma ognuno ha diritto di farsi male come crede.
Permettimi un consiglio, rileggiti in calce a questa pagina la nostra posizione, che a detta di molti è piuttosto chiara e, il becero tentativo di falsarne il contenuto non incanta nessuno, direi, neppure chi prova a farlo, in questo caso tu stesso.
Già…..anzitutto perché SCF affida a Musica e Dischi la risposta ad una richiesta di apertura di un legittimo tavolo di trattativa – dico trattativa e non tentativo di imposizione dominante come quella rivendicata da SCF – rinunciando ad una possibilità di vera tutela degli interessi dei produttori, tutti…… quelli piccoli e quelli più grandi…..che è quello che abbiamo sempre rivendicato in tutte le occasioni già ricordate in calce a queste pagine?????
Eppure sono dotati di un sito ufficiale che, pubblica “cose interessanti” - per i propri interessi che non corrispondono completamente a quelli dei produttori.
E’ vero che molte sono presentante in modo da “incantare chi ci crede” e, purtroppo alcuni ci cascano.
Forse perché SCF si rende conto finalmente di non riuscire a sostenere ufficialmente la posizione che li vorrebbe monopolio di un diritto che la legge affida ad un accordo fra le parti???
O forse perché gli manca la faccia di riconoscere la legittimità di tutti i rappresentanti delle forze in campo????
E Musica e Dischi da che parte sta????
Forse dalla parte che ha visto l’IMAIE costretta a ricostituirsi dopo tutti i danni provocati agli interpreti e esecutori????
E chi sono questi?????
Quando qualche hanno fa ho avviato pubblicamente da una posizione e responsabilità pubblica diversa da quella attuale, la possibilità di trattare il riconoscimento dei diritti degli Esecutori di musica dal vivo, ho forse sollevato una coperta che ad alcuni ha fatto paura???
Ma ritorniamo alla difficoltà di comprensione iniziale!!!!!!
Devo evidenziare quanto abbiamo scritto proprio in questa pagina “ufficiale” del sito di AssoDeejay a rivendicare il DIRITTO DI ESSERE D’ACCORDO CON LA LEGGE CHE RICONOSCE I DIRITTI CONNESSI, E QUINDI ASSODEEJAY RICONOSCE IL DIRITTO DEI PRODUTTORI AD ESSERE PAGATI – DOBBIAMO RIPETERLO???? LO RIPETIAMO; ASSODEEJAY RICONOSCE I DIRITTI DEI PRODUTTORI AD ESSERE PAGATI……..
Non riconosce però SCF quale unico organismo titolato a:
1 – Decidere chi deve sedersi al tavolo delle trattative per stabilire entità e norme;
2- Decidere unilateralmente l’intepretazione della legge 633/41 LDA che comprende il riconoscimente dei diritti connessi;
3- Decidere unilateralmente il contenuto dell’accordo da sottoscrivere e imporlo alle Associazioni, in questo caso dei DJ - ma io ci aggiungerei anche quelli già sottoscritti anche con le Organizzazioni Confederali - che non hanno compreso che non hanno assolutamente tutelato i loro iscritti con accordi che rappresentano solo una parte dei legittimi diritti dei produttori e, in qualsiasi momento anche chi ha già pagato seguendo uno degli accordi sottoscritti, il singolo esercente potrebbe trovarsi nell’obbligo di pagare ancora una volta su richiesta di un singolo produttore non aderente a SCF;
Già perché, provo a ricordare in altra pagina di Musica e Dischi, il portavoce di SCF dichiara che questo è “un diritto esclusivo”…...ergo…., un produttore non associato potrebbe rivendicare nei confronti di un titolare di una impresa che avesse già pagato a SCF di riscuotere direttamente la sua parte di diritto, ergo….pagare di nuovo.
I DJ e AssoDeejay in parrticolare, vogliono capire meglio da che parte sta Penna Rossa, dalla parte dei presunti Padroni o dalla parte dei diritti, perché se ci si schiera con questi ultimi dobbiamo ricordare che la SCF vanta un diritto che non gli è riconosciuto dalla legge, in quanto mancante di un elemento essenziale – L’ACCORDO FRA LE PARTI –che può essere collettivo o individuale, ma un accordo ci deve essere, questo è quanto stabilisce la legge e – aggiungo – anche il buon senso.
In ogni caso sarebbe opportuno ricordare al Presidente di SCF e al Direttore Commerciale l’amico Dott. Sergio Paolella che se sono entrati in gioco su un tavolo che avrebbe già potuto chiudersi se non fosse stato per la loro presunzione di rappresentarsi al livello della SIAE ovvero alla rappresentazione monopolistica dei diritti connessi il problema sarebbe già stato risolto e, inoltre a quel tavolo ho insistito personalemnnete che ci fossero tutti i soggetti coinvolti, compresi SCF, AFI, SIAE e Audiocoop - quest’ultima fino a quel momentio non si era neppure sognata di poter rappresentare tali diritti a nome dei propri associati – e il Dott. Paolella si precipitò a quel tavolo consapevole della minaccia che avanzammo di chiudere la trattativa solo con AFI, SIAE ed Audicoop, salvo poi a buttarla in “rissa” e rovesciare tutte le intese che fino a quel momento erano già state raggiunte.
Ma la domanda che più ci preme in questa occasione è…………
Ma dove era Penna Rossa in quelle occasioni???????
Quando inviavamo i comunicati per illustrare quanto stava accadendo, mai pubblicati, dove erano i Paladini che oggi dichiarano che siamo noi a non volere rispettare la legge paragonandoci a degli evasori?????
E’ evidente la difficoltà di chi opera al di fuori della legalità e comunque, siccome abbiamo dichiarato la disponibilità ad una trattativa in presenza di Istituzioni come l’Antitrust, che devono prendere atto della illeggittima rivendicazione della SCF di rappresentare monopolisticamente tutto il settore dei Produttori Italiani – che hanno diritto ad essere pagati – Lo ripeto perché non si sa mai, si saltasse di leggere qualche riga superiore….. – noi siamo qui e aspettiamo di essere invitati con la nostra scelta di incassare per i produttori che, se dimostrano di avere titolo ad incassare incassano subito, certamente non attraverso una Impresa Privata come SCF che pretende di rappresentarsi anche come parte Sindacale, a quel tavolo devono essere presenti le rappresentanze di tutti i soggetti coinvolti che SCF dichiara di rappresentare, ovvero anche Audiocoop e, per quanto riguarda i DJ anche AFI e SIAE.
Suggerisco a Penna Rossa di “suggerire” a SCF di avere il coraggio di assumersi le responsabilità di rappresentanza e uscire pubblicamente contestando la nostra posizione, non affidando ad altri il compito di togliergli le castagne dal fuoco e, suggerisco a Penna Rossa di non mettere troppo la mano vicino alle castagne, alla lunga potrebbe anche bruciarsi la mano e la credibilità che fino ad ora gli è satata riconosciuta.
Noi abbiamo il coraggio di sostenere le posizioni delle radio che hanno deciso di iniziare una azione di Educazione al rispetto della Legge e non ce ne vergogniamo in quanto siamo contemporaneamente, Autori, editori, Produttori, Artisti, Interpreti Esecutori e…chi più ne ha più ne metta, mentre dall’altra oparte ci sono solo soggetti che Organizzano uno strumento teso alla realizzazione di profitti finanziari.
Noi proviamo nel nostro piccolo a rimettere un po’ di ordine in una situazione che, buttata nella rissa e confusione, si pensa di trarne dei vantaggi economici milionari senza alcun progetto di sostegno per l’arte della musica e chi la produce.
Mario Di Gioia – Presidente Nazionale AssoDeejay – Associazione Nazionale Deejay
Antonio Diomede Presidente REA replica a Musica e Dischi su SCF
Gentile Direttore,
ho letto il commento di Penna Rossa sulla Sua rivista a proposito della SCF e della pretesa del Consorzio di assumere il ruolo "universale" di esattore dei diritti connessi.
A tal proposito non voglio sprecare altre parole oltre quelle già spese sia in sede giudiziaria (civile e penale) che sul nostro Bollettino Ufficiale Informazione Radiotelevisiva (www.reasat.it).
Sappia però che SCF è nell'occhio dell'Antitrust per abuso di posizione dominante e che la questione non è quella di non voler pagare i diritti connessi.
Infatti, almeno fino a giugno 2004, le emittenti locali hanno pagato regolarmente i predetti diritti nelle mani della SIAE.
Il contenzioso è nato quando le major hanno pensato bene di fare "da sè" creando un proprio consorzio e una "propria cassa" per riscuotere anche diritti che non sono di loro spettanza ma di altri produttori ritenendo, grazie alla predominanza esercitata nel mercato, di giocare "all'asso piglia tutto".
Le assicuro che la organizzazione che rappresento, nell'interesse supremo delle emittenti, degli artisti, degli autori e degli stessi produttori, ha più volte espresso la volontà di dirimire la questione, ma l'arroganza della dirigenza SCF si è mostrata più forte della "ragione" mettendo a nudo la vera natura della loro missione che è tutt'altro che in favore dell'arte musicale e artistica.
Antonio Diomede, Presidente REA - Radiotelevisioni Europee Associate