Caro Mario apprezzo le tue iniziative, il mio contributo in questo periodo può essere limitato, preso da una collaborazione con un importante azienda dj oriented, alla quale devo dedicare tutta la mia concentrazione è interesse.
Io non avvallo più la collaborazione con la SIAE, giustamene all'inizio siamo entrati nella Licenza per dare il nostro contributo, ma la loro collaborazione risulta essere stata molto limitata, solo in poche occasioni hanno accolto le nostre proposte.
Dovremmo essere delle Associazioni con tutt'altro livello di riconoscimento, la SIAE dovrebbe riconoscerci un contributo economico, non solo per le spese vive, ma anche per il tempo che dedichiamo a riunioni e organizzazione di eventi per promuovere e divulgare la Licenza Dj on Line.
Questa licenza non è gradita dai dj e si è rivelata un boomerang, creando malumore nell'ambiente.
Molte cose si potrebbero fare e modificare ma noi non abbiamo nessun dovere nei confrontti della SIAE e nessuno ci obbliga a "lavorare" per loro contro i dj, sopratutto in questo periodo di crisi occupazionale.
Non possiamo e non dobbiamo avallare richieste di maggiori controlli sui dj se compilano il database delle copie, o meglio, quando vedrò nei miei rendiconti semestrali la voce "licenza dj on line" nelle ripartizioni, come avviene, anche se in maniera irrisoria per suonerie e copia privata, solo allora potrò spiegare ai dj che la licenza copie lavoro non è solo un fardello o una tassa una tantum... come viene considerata da tutti i dj's.
Sono sempre convinto che chi usa file illegali non è un dj, e non avrà mai l''intenzione di regolarizzare la sua posizione con licenze, ENPALS o altro, avallati da gestori improvvisati che lavorano nella più totale illegalità e nessuno se ne occupa, non quelli del nel mondo della notte, che non esiste più, ma il largo diffondersi dei disco bar... o club privati che svolgono regolarmente attività commerciale ma senza alcuna licenza amministrativa.
Il SILB non può oggi lamentarsi del sommerso, hanno avallato per troppo tempo molti dei loro soci per la pratica diffusa di lavoro in nero, accettando fatture false o ricevute con ritenute d'acconto come collaborazione artistica o consulenze, senza mai registrarle o, come in molti fanno, non inserendo le ripartizioni INPS ENPALS, (non sto parlando del giusto lavoro delle cooperative), per non parlare dei PR. capitolo di cui si ignora quasi completamente il fenomeno e neppure gli organi di controllo fiscale se ne preoccupano, eppure si parla di centinaia di milioni che sfuggono ad una, se pur minima, normale tassazione.
Avrei ancora molto da dire... già oggi la licenza è superata, io stesso sto testando il mio database Musicale in Internet con Cloud e posso suonare in streaming, senza effettuare nessuna copia, certamente poi ci diranno di pagare una tassa sullo streaming....boh tutto si evolve così velocemente ma delle regole devono essere accettate da entrambi le parti, siamo noi associazioni che dobbiamo porre sul tavolo di lavoro le richieste, se non vengono accettate, si arrangino.
Piero Fidelfatti
ps: chi si lamenta sui forum non è attendibile, sono persone non attente al mercato che si evolve e sono convinto che non hanno nulla a che fare con il lavoro del dj